È una generazione di persone ferite, la mia.
È una generazione di giovani disperati, amareggiati e sofferenti.
È una generazione di ragazzi spaesati, accecati dalla ricerca di piaceri che non saziano e confusi da innumerevoli bugie ed inaccettabili inganni.
È una generazione, la mia, che ha una profonda sete di senso, un fortissimo desiderio di pace e di perdono. È una generazione a cui non può essere negata la Cura né occultata la Verità.
È una generazione che ha bisogno di Cristo.
È una generazione che necessita di incontrare lo Spirito Santo e di rimanere abbagliata dalla Sua inestinguibile potenza capace di dissipare ansie, paure e dubbi.
È anche una generazione di santi, di ragazzi che pregano, di giovani che adorano, di anime riparatrici.
È una generazione, la mia, che ha testimoni coraggiosi, guerrieri di luce dal cuore ardente di Fede, combattenti valorosi contro il male e giovani vite strabordanti di Speranza e imbevute di Carità.
È una generazione che ha bisogno di imparare l'Amore vero e la sua impareggiabile bellezza.
È una generazione a cui va annunciato il Vangelo- e quindi la Buona Notizia- con fermezza e magnanimità.
È una generazione che ha bisogno di padri virili e di sacerdoti disposti ad ascoltare, correggere e consigliare con Sapienza.
La mia è una generazione caotica, autodistruttiva e schiava del peccato, ma comunque amata smisuratamente dal Re dei re, dall'Agnello, dal Dio degli eserciti, da un Padre infinitamente buono.
Per tutto questo desidero profondamente che ogni ragazzo possa incontrare delle Voci del Verbo, dei mendicanti di Spirito Santo, delle persone con gli occhi rivolti alla Meta.
Spero che la gioventù di questi tempi difficili possa comprendere che la gioia piena è davvero possibile e che ogni singola lacrima è vista e custodita dal Creatore.
Perché è una generazione, la mia, che può trovare sollievo e ristoro solamente in Colui che, come afferma il salmo, su pascoli erbosi ci fa riposare e ad acque tranquille ci conduce.
È necessario, allora, che si si faccia parlare unicamente Chi non disprezza gli spiriti affranti nè i cuori spezzati. Si faccia intervenire Chi nella fatica è riposo,
nella calura, riparo,
nel pianto, conforto.
Si faciliti l’accesso a Chi ci ha tessuto nel grembo di nostra madre e conosce il numero dei nostri capelli. Si urli a gran voce e si supplichi Chi ha donato splendore ai gigli del campo.
Si porti il Consolatore per eccellenza a questa moltitudine di figli preziosi.
Eleonora Barberio
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